Una donna che nasce deve affrontare delle difficoltà, degli ostacoli nella propria vita, essere donne va oltre il genere.
Sin dall’antichità, le donne sono sempre state viste in modo “differente” rispetto agli uomini, piene di debolezze, di “difetti” fisici, che le rendevano inferiori rispetto al genere maschile.
Non avevano voce in capitolo nella vita familiare, nella società, nella cultura, nella politica: non potevano votare, non potevano lavorare, ma dovevano sempre dipendere economicamente e personalmente da un uomo, che fosse il padre o il marito.
Le donne venivano “vendute” al miglior partito in cambio di una dote, come un oggetto da barattare al mercato.
A un certo punto, la svolta: la ribellione delle Suffragette fa capire che, oltre a essere incubatrici e concubine, le donne potevano essere altro. Avevano una voce, un cervello, un’idea, che si diffondeva a macchia d’olio nei Paesi europei .
Da quel pensiero, da quella rivolta, che restituiva la libertà, le donne hanno iniziato a capire, a ribellarsi contro quella società che le voleva sorde, mute e cieche, non partecipi, ma semplici spettatrici di una realtà in continuo cambiamento.
Donne forti, donne caparbie e determinate hanno cominciato a farsi strada, ad affermare il loro pensiero e la loro audacia: Frida Kahlo, Margaret Thatcher, Oriana Fallaci, Rita Levi Montalcini, sono solo alcuni dei nomi più conosciuti, alcune delle voci che si sono sollevate in difesa dell’ideale dominante.
Le loro rivolte non sono state fatte tra le strade, con le urla, con la violenza, ma con la conoscenza, con la mente, affermando ciò che erano, ciò che sono, ciò che NOI, donne tutte, siamo. È vero, siamo donne, ma ciò non significa essere inferiori agli uomini, ma essere uguali a loro, avere stessa dignità, godere degli stessi diritti e degli stessi principi, senza essere giudicate, offese e oltraggiate.
Una donna non deve essere punita per aver subìto uno stupro, non deve essere condannata per aver indossato un vestito corto, non deve essere additata e insultata o molestata; una donna deve sentirsi libera di camminare, di esprimersi, di pensare.
Essere donne non vuol dire avere solo lo stesso sesso, ma avere un compito, essere solidali tra di noi, per difenderci le une con le altre da tutto ciò che mina il nostro status, la nostra sicurezza. Ecco perché, ora più che mai, è fondamentale essere unite.
Nonostante tutte le leggi di tutela, le donne sono vittima ogni giorno di violenza o femminicidio, cadendo vittima di un uomo, un marito, un padre che le vede come oggetti, da usare e da buttare.
Non dobbiamo sgomitare, prevalere le une sulle altre, ma avere fiducia, aiutarci, supportarci, perché solo unite siamo più forti. Per questo Ulooka ha come scelto come nome della campagna proprio questa frase, perché essere solidali è l’unico modo per aiutarsi, per darsi una mano, e affrontare le avversità. E proprio secondo questo principio, Ulooka ha scelto di sostenere D.I.Re Donne in Rete Contro la Violenza, perché è il momento di agire, non domani, ma ora. D.I.Re aiuta ogni giorno donne che fuggono da scenari difficili, fatti di soprusi e difficoltà, di situazioni domestiche che coinvolgono anche i loro figli, che le costringono a fuggire per cercare una vita migliore, un futuro migliore.
Ulooka sostiene questo progetto, perché crede da sempre nell’idea dell’empowerment femminile, affinché non rimanga solo un pensiero, ma diventi una realtà, in cui le donne siano forti, indipendenti e determinate, che non si facciano pestare e mettere i piedi in testa da nessuno, e che ce la facciano ogni giorno con le proprie forze e con i propri mezzi. Essere donne va oltre il genere
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